lunedì 8 novembre 2010

RENT: RECENSIONE


Ambientato tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 “Rent”, lungometraggio di Chris Columbus, racconta i 526.000 secondi (un anno!) di vita di un gruppo di 8 ragazzi che vivono nell’East Villane, nella caotica città di New York. Il film è tratto dall’omonimo musical presentato con successo nei teatri di Broadway, e gli attori(esclusa Rosario Dawson) sono quelli che hanno reso famosa l’opera. La storia si ispira (compiacendosene per tutta la durata della narrazione) alla “Bohème”, capolavoro puccianiano, con qualche aggiustamento e modernizzazione nei personaggi, che rappresentano gli emarginati della società civile. Questi ragazzi vivono però con gioia la loro condizione, ispirandosi al celeberrimo carpe diem oraziano. Sono musicisti, spogliarelliste, drag queen, semplici bohemien, che vogliono essere considerati artisti nel mondo moderno, che sta scoprendo e facendo i conti con una nuova malattia l’Aids, con la droga e che aliena il diverso. L’unica certezza sembra essere è il desiderio di amore. La vie Boheme (come recita la canzone più famosa) è morta, ma c’è chi vuole a tutti resuscitarla in questa società alienante. Tra gli errori principali della pellicola quello di aver voluto trasportare sullo schermo tutte le canzoni del musical, che purtroppo nella lunghissima narrazione a volte disturbano e distraggono lo spettatore dalla storia. L’ottima fotografia, aiuta ad accettare le trovate troppo fantasiose e poco credibili della sceneggiatura. Piacevole!

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