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domenica 20 febbraio 2011

I (miei) VINCITORI DELL’OSCAR 2010/2011

PREMESSA: Allora… ad una settimana esatta dalla notte più importante per il cinema (almeno quello americano!), ecco che vi propongo i miei Oscar… Cioè le persone che io premierei il 27 febbraio… La premessa è doverosa perché secondo me sono in gara 4 FILM STUPENDI che meriterebbero l’Oscar ex aequo nelle categorie più importanti… sto parlando di The Social Network, Il cigno nero, Il grinta e Il discorso del re (a cui non ho assegnato nessun titolo nella mia classifica perché so che vincerà tutto e mi stanno antipatici i super premiati!!!)…

DUNQUE… eccovi qui di seguito i miei vincitori…

MIGLIOR FILM: The Social Network


ATTORE: Jeff Bridges per Il grinta (dovrei darlo a Colin Firth per Il discorso del re, ma odio chi vota all’Academy che penalizzerà Jeff solo perché ha vinto l’anno scorso il premio Oscar!)


ATTORE NON PROTAGONISTA: Christian Bale per The Fighter

ATTRICE NON PROTAGONISTIA: Jacki Weaver  per Animal Kingdom

SCENEGGIATURA NON ORIGINALE: The Social Network - Aaron Sorkin

SCENEGGIATURA ORIGINALE: The Fighter - Scott Silver, Paul Tamasy, Eric Johnson; Keith Dorrington

FILM D’ANIMAZIONE: Dragon Trainer

FILM STRANIERO: La donna che canta

FOTOGRAFIA: Il cigno nero - Matthew Libatique

MONTAGGIO: The Social Network - Angus Wall e Kirk Baxter

SCENOGRAFIA: Il grinta - Jess Gonchor; Nancy Haigh

COSTUMI: Alice in Wonderland - Colleen Atwood

TRUCCO: The Wolfman - Rick Baker e Dave Elsey

COLONNA SONORA: The Social Network - Trent Reznor e Atticus Ross

CANZONE: “We Belong Together” - Toy Story 3 (Randy Newman)

EFFETTI VISIVI: Inception - Paul Franklin, Chris Corbould, Andrew Lockley e Peter Bebb

MONTAGGIO SONORO: Inception - Richard King

MIX SONORO: Inception - Lora Hirschberg, Gary A. Rizzo e Ed Novick

CORTOMETRAGGIO D’ANIMAZIONE: Day & Night - Teddy Newton

lunedì 8 novembre 2010

DRAGON TRAINER: RECENSIONE


Hiccup, protagonista del nuovo film Dreamworks “Dragon Trainer”, è un giovane vichingo, che sogna di uccidere un drago. Figlio di Stoik l’immenso (a cui presta la voceGerard Butler), il ragazzo smilzo ed imbranato è considerato da tutti un buono a nulla, un “diverso”, in una comunità dove tutti sono uomini nerboruti e coraggiosi. Quando Hiccup però ha la sua occasione per diventare un eroe, uccidendo finalmente un drago, catturato per pura casualità, sceglie di lasciar spazio ai lumi della ragione, piuttosto che alla logica vichinga, optando per la comprensione e la tolleranza. Attraverso l’ingegno e la furbizia, uniche armi in mano (oltre alle carezze), il giovanotto impara a conoscere i draghi, con il metodo che Galileo chiamò sperimentale, riuscendo a cavalcare il suo amico Sdentato. Come non resistere alla tentazione di paragonare il giovane Hiccup al piccolo Elliot? È una storia di amicizia tra un ragazzo, lo scemo del villaggio, ed un “mostro”, che alla fine si rivela un gattone dolce e selvaggio, che ha solo bisogno di essere educato. Classica fiaba in cui si ribaltano le prospettive con la solita rivincita dello sfigato. Ma la Dreamworks non è la Disney e ci ha abituato ad “altro” e nemmeno in questa pellicola, la prima che strizza l’occhio ad un pubblico di giovanissimi, si fa eccezione. “Dragon Trainer” è un gioiellino animato, dove si lascia spazio al visivo (come si conviene nei film d’autore) piuttosto che al dialogo e che mischia sapientemente tecniche moderne (3D, computer, ecc..) a esigenze antiche, come un’ottima sceneggiatura. Se all’inizio (a causa di una voce fuori campo) vi sembrerà di avere di fronte una pellicola dal valore artistico discutibile, attendete qualche minuto: cambierete subito idea. Non deludono infatti i due registi Dean DeBlois e Chris Sanders, che tornano a quello potrebbe essere un sicuro successo dopo “Lilo & Stitch”. Una piccola annotazione sugli occhiali in 3D: non sono obbligatori, per non dire evitabili, a meno che non siate amanti dell’effetto fondale in risalto. Tenero, delicato, mai banale e soprattutto privo di una retorica buonista, come ci si potrebbe aspettare da un film che è pensato per un pubblico di bambini. In casa Dreamworks l’happy ending non è un obiettivo da rincorrere a tutti i costi, ma deve stupire e vi stupirà. Infine, “Dragon Trainer” si iscrive in un filone di film per ragazzi di matrice antibellica: il messaggio di fondo - con la violenza non si risolvono i problemi, si peggiorano – si spera che prima o poi gli americani riusciranno ad attuarlo anche nella vita reale e non solo nelle morali per i loro figli.

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