Visualizzazione post con etichetta EDOARDO LEO. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta EDOARDO LEO. Mostra tutti i post

venerdì 30 novembre 2012

CI VEDIAMO A CASA: RECENSIONE


Realizzare un film non è semplice: si sa. Assodato ciò, Ci vediamo a casa di Maurizio Ponzi è una di quelle pellicole che non ha ragione di esistere. L'idea che sta alla base del film è molto semplice, ma per certi versi anche molto originale, per il cinema italiano, dato che nessuno affronta mai i problemi della società. La storia infatti ruota intorno a tre coppie, molto diverse tra loro, ma unite da uno stesso problema: la ricerca di una casa nella quale vivere insieme.

Peccato che però questo assunto di base venga più volte trascurato nel corso della narrazione, per una sceneggiatura che cerca di dar spazio più al modo e ai luoghi in cui personaggi fanno l'amore (a volte tra l'altro ai limiti della pornografia, con scene di sesso esplicito davvero evitabili).

Siamo di fronte al solito film italiano, quello che ormai chiamano tutti la nuova commedia all'italiana. Peccato che di battute nel film ce ne siano davvero poche e la risata vien fuori dalla bocca per le assurdità delle situazioni. Sì, perché molte cose che accadono in Ci vediamo a casa sono davvero inverosimili e il grande schermo non dovrebbe cercare di riprodurre il vero?

Vilma e Franco vivono in periferia: vorrebbero un po’ di intimità, ma una casa tutta loro resta un sogno: così, pur di vivere insieme, accettano l’ospitalità di Giulio, un amico pensionato che ha un debole per Vilma. Gaia e Stefano, invece, si sono appena conosciuti al circolo del tennis e di problemi economici non ne hanno: lei sta arredando il suo nuovo loft, lui vive la sua vita da scapolo impenitente. Più per necessità che per convinzione, la ragazza è costretta a trasferirsi a casa di Stefano, dove entrambi scopriranno di non essere proprio fatti per vivere sotto lo stesso tetto.

Anche Enzo e Andrea si frequentano da poco: il primo cerca lavoro e intanto vive a casa con la madre e per hobby canta in un coro, il secondo fa il poliziotto e dorme in caserma. Tutto sembra andare alla perfezione, se non fosse per qualche indagine di troppo e per quella madre molto ingombrante. Nel cast del film figurano: Ambra Angiolini, Myriam Catania, Antonello Fassari, Giulio Forges Davanzati, Edoardo Leo, Giuliana De Sio, Primo Reggiani e Nicolas Vaporidis.

Infine ciò che rimane è solo un dubbio: chi è che decide al Ministero a chi assegnare i fondi per realizzare i film? Perché davvero di film del genere non se ne può davvero più!

martedì 9 novembre 2010

DICIOTTO ANNI DOPO: RECENSIONE



Parlare di un film con una (bella!) sceneggiatura nel nostro Paese è raro, molto raro! Per questo quando si guarda “Diciotto anni dopo” di Edoardo Leo si rischia davvero di sentire il bisogno impellente di alzarsi dal proprio posto e, nel buio della sala cinematografica, cominciare ad applaudire. Mirko (Edoardo Leo) e Genziano (Marco Bonini) sono due fratelli che non si parlano da diciotto anni, dopo che un incidente ha portato via loro la madre. Mirko vive a Roma, è balbuziente e nella vita non riesce mai a prendere una decisione; Genziano vive a Londra, è un broker e ha il perfetto controllo della sua vita. Due uomini completamente diversi che dovranno affrontare un viaggio con la Morgan, la vecchia automobile di famiglia per andare a spargere le ceneri del padre, morto improvvisamente, accanto alla tomba della madre. Giocando sempre sui registri del comico e del drammatico, tra presente e passato, Edoardo Leo mette in scena un percorso, una redenzione, un pellegrinaggio in cui i personaggi prenderanno coscienza di loro stessi, facendo i conti con il loro pesante passato e con quei, a volte troppo stretti, legami di sangue. “Diciotto anni dopo è un road movie che porta lo spettatore da Roma a Scilla, con personaggi ben strutturati, mai banali che non scadono nel ridicolo o nella macchietta, come invece accade nel cinema comico italiano degli ultimi anni. Ci sono voluti dieci anni per realizzare questo lavoro, ma, considerando il risultato ottenuto, ne è davvero valsa la pena. Il livello è alto anche per ciò che riguarda gli altri reparti, come il montaggio, la fotografia (da cartolina!) e l’azzeccata colonna sonora. Un omaggio doveroso va fatto al maestro Gabriele Ferzetti, con la sua consueta impeccabile interpretazione. Forse solo un piccolissimo neo di sceneggiatura lo si può trovare nel difficile personaggio di Cate (interpretato benissimo dalla giovane attrice Eugenia Costantini): può essere considerato un azzardo, un rischio facilmente digeribile grazie alla magia della settima arte. Comunque questo rimane un film scritto bene, diretto ancora meglio e recitato in modo eccelso.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...