Visualizzazione post con etichetta IN THE MOOD FOR LOVE. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta IN THE MOOD FOR LOVE. Mostra tutti i post

lunedì 4 luglio 2011

2046: RECENSIONE

Postato anche su Film4Life...

Con “2046” il regista Wong Kar-wai realizza finalmente un suo sogno: dirigere un dittico di film. Dopo la strabiliante prova di “In the mood for love”, la naturale conclusione è “2046”, che si accosta al predecessore con la stessa musicalità con cui si finalizza un accordo di settima. 

Siamo nel 1966 e Cho Mo Wan ha lasciato Hong Kong per Singapore, dove sta cercando di scrivere il suo romanzo ambientato nel 2046, che è anche il numero della stanza dove si incontrava con la signora Chan. In questo manoscritto inserisce tutte le sue passioni, i suoi ricordi e soprattutto le tre donne che hanno inesorabilmente finito per condizionare la sua esistenza. 

Wong Kar-wai stavolta realizza un lavoro epico, kolossale, che raccoglie come una opera omnia tutto quello che ha caratterizzato la sua filmografia. Intanto regala allo spettatore le meravigliose interpretazioni dei più grandi attori cinesi viventi, che non hanno nulla da invidiare ai divi hollywoodiani; ma allo stesso tempo, abbandonando il romanticismo, dona degli spinti di riflessione sulla natura dell’uomo, in un universo più cinico e disincantato. 

Un film che racconta la ricerca del passato e l’importanza della memoria nel presente, lanciando sempre un occhio a ciò che il futuro può regalare all’individuo. L’inizio della pellicola, decalogo del buon cinema degli effetti speciali, fa entrare perfettamente lo spettatore nell’atmosfera delicata e malinconia di “2046”, concludendo al meglio “In the mood for love” e aprendo uno spiraglio verso una nuova narrazione.

mercoledì 8 giugno 2011

IN THE MOOD FOR LOVE: RECENSIONE

Postato anche su FILM4LIFE... mi dispiace solo di non essere riuscito a scrivere di meglio su uno dei miei film preferiti in assoluto... 


Esistono pellicole difficili da raccontare. Esistono pellicole impossibili da raccontare. Esistono pellicole per cui le parole sono solo superflue. Esistono pellicole che vanno solo viste. E questo è il caso di “In the Mood for Love”, di Wong Kar-wai, uno dei film più belli che il continente asiatico abbia regalato all’umanità. Delicato, etereo, sfuggente, “In the Mood for Love” potrebbe essere considerato a ragione un patrimonio della nostra cultura, qualcosa da salvare e da far conoscere ai posteri. 

Il regista, dopo la parentesi estera con “Happy Together”, ritorna a casa, nella sua Hong Kong nell’anno 1963, per raccontare una storia d’amore impossibile tra due vicini di casa il signor Chow e la signora Chan, che hanno scoperto che i loro rispettivi coniugi sono amanti. Tra i due si instaura un sentimento d’amore che però non trova mai né un inizio né una fine. Del resto la poesia del titolo riassume, già di per sé, tutta la narrazione. Quell’ “in the mood for” – che possiamo tradurre come “avere l’animo predisposto a” – è un sentimento filosofico profondo, che il regista ha quasi sempre raccontato nei suoi film, ma che qui è elevato all’ennesima potenza. La musica, le parole e le ripetitive azioni si fondono alla perfezione, raccontando con eleganza temperata una vicenda “banale”, resa al contempo geniale. 

Quello che colpisce è la differenza rispetto a tutti gli altri film del regista. Quello che si ha di fronte è un Wong Kar-wai maturo, che non deve più stupire il suo spettatore, ma può concentrarsi su una storia semplice e lineare per scandagliare i sentimenti umani e raccontare la politica cinese di quegli anni così difficili. 

Per realizzare questo capolavoro, il regista, che affida l’impeccabile fotografia ancora una volta a Chrystopher Doyle, ha dovuto aspettare parecchi anni. È dovuto crescere stilisticamente e registicamente, ma soprattutto ha dovuto e saputo aspettare i suoi attori, quelli che lo hanno accompagnato fin dalle origini del suo cinema, trasformandoli in quei cigni che tutto il mondo invidia alla Cina. Tony Leung (Palma d’Oro a Cannes) e Maggie Cheung con la loro sobria fisicità trasmettono tutti i sentimenti che i loro tormentati personaggi vivono: basta uno sguardo, un gesto per mostrare un cinema fatto d’azione e con poche spiegazioni. Insomma un capolavoro da non perdere, da rivedere milioni di volte. 

Curiosità: Non ci crederete ma esiste un titolo italiano anche per questo film: “Gli amanti tristi”, che però ringraziando il cielo non è mai stato utilizzato.  

giovedì 2 giugno 2011

HAPPY TOGETHER: RECENSIONE

Postato anche su Film4Life...

“Happy Together” è il primo film che Wong Kar-wai gira fuori dalle mura amiche di Hong Kong. La storia si svolge proprio agli antipodi dell’amata patria, in Argentina, come agli antipodi sono i due protagonisti: due giovani omosessuali, innamorati ma perennemente in conflitto perché troppo diversi tra loro. 

Come in ogni film di Wong Kar-wai che si rispetti, anche in “Happy Together”, l’amore è infelice e tormentato, correlato dai temi cari al regista: la nostalgia, l’esilio, il senso di alienazione, che questi due ragazzi cinesi, in un contesto totalmente diverso dal loro luogo d’origine, vivono moltiplicato all’infinito rispetto agli altri personaggi finora messi sotto l’occhio delle telecamere del regista. 

La pellicola è tutta giocata proprio sul senso di rottura, della rinuncia e soprattutto del conflitto; conflitto che è ben visibile già dalla fotografia, curata dal fedele Christopher Doyle. Si passa con disinvoltura dal bianco e nero ai toni seppia, per poi giungere alla luci al neon della madre patria fino al lussureggianti acqua delle cascate di Iguazu. Certo questo conflitto si percepisce anche nelle musiche, che spaziano dai Beatles, omaggiati fin dal titolo, ai tanghi argentini più suadenti. Però sono i personaggi con i loro ambigui comportamenti a dare allo spettatore un senso di lotta continua, una vita senza pace, sempre alla ricerca di qualcosa che non si sa bene che cos’è. 

Pur mettendo in scena un amore omosessuale, il regista non indugia troppo su questo aspetto. In realtà avrebbe potuto utilizzare tranquillamente una coppia eterosessuale per raccontare questa storia, ma la voglia di avere insieme i suoi attori feticci Leslie Cheung e Tony Leung ha avuto il sopravvento. Del resto gay o no, i protagonisti sono inappagati e insoddisfatti dalla vita, quindi, anche “Happy Together” si ricollega ai leit motiv della filmografia wongkarwaiana. Questo lavoro non è che un altro tassello nel puzzle sui sentimenti umani che l’autore cinese, con tanta maestria riesce a raccontare, scagliando l’animo di chi assiste a narrazioni così sublimi. 

Il film ha vinto il premio alla regia a Cannes nel 1997 e, non si capisce bene per qualche astruso motivo, è stato vietato ai minori di diciotto anni in Italia. Ovviamente vogliamo credere che non sia per le caste scene di sesso omoerotiche o i dialoghi troppo spinti. Comunque “Happy Together” è il preludio per il capolavoro che Wong Kar-wai realizzerà ad inizio millennio: “In the Mood for Love”.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...