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giovedì 24 febbraio 2011

BURKE & HARE – LADRI DI CADAVERI: RECENSIONE

Postato anche su Film4Life...


Che sia un film alla John Landis lo si capisce subito, fin dall’incipit che compare subito dopo qualche titolo di testa informativo. Il testo recita: “Questa è una storia vera” e subito dopo, quasi a voler sottolineare lo spirito con cui bisogna affrontare la vicenda, compare: “tranne per le parti che non lo sono!” Comincia così l’avventura di due signori nella Edimburgo di inizio Ottocento, che si trovano coinvolti in uno spaccio di cadaveri nella capitale scozzese della medicina. Per trovare cadaveri freschi da inviare al ricco medico, intento a regalare ai suoi studenti delle vivisezioni durante le lezioni, i due protagonisti Burke e Hare, magnificamente interpretati da Simon Pegg ed Andy Serkis, compiono una serie di omicidi. 

Su scenografie alla “Barry Lyndon” e momenti comici alla Mel BrookS, John Landis regala al pubblico un piccolo gioiellino di ironia, che però, a differenza di ciò che si possa pensare, non punta sul sangue ma sulla storia. Il film è infatti splendidamente scritto e diretto, grazie alla mano di un regista che riesce a fare umorismo nero senza dover ricorrere per forza a scene gratuitamente cruente e sanguinolente. Si ride tanto per le situazioni bizzarre che si creano intorno a questa folle vicenda, che per assurdo è servita per far progredire il mondo della scienza medica. Ad impreziosire la pellicola ci pensano poi alcuni straordinari uomini di cinema pronti a interpretare anche un solo cameo come Christopher Lee, Tim Curry, David Heyman, Michael Smiley e Hugh Bonneville, tanto per citarne qualcuno. 

Alla fine ciò che Landis dimostra è che non c’è bisogno di fare chissà quali grandi cose per riuscire a realizzare un film di buon livello. Basta avere una solida sceneggiatura (presente!), scegliere gli attori giusti (fatto!) e affidarsi ad una regia pulita e senza inutili fronzoli (riuscito!) per ottenere un piacevole romanzetto storico, macabro certo, ma davvero esilarante.

martedì 9 novembre 2010

IL SIGNORE DEGLI ANELLI - LE DUE TORRI: RECENSIONE






Come dice Gollum all’inizio della pellicola: “L'Oscuro raduna tutti gli eserciti. Tra non molto, lui sarà pronto. Pronto a fare la sua guerra, l'ultima guerra, che ridurrà tutto il mondo nell'ombra”. Ecco in breve quello che accadrà ne “Il signore degli Anelli – Le due torri”. Infatti, se nel primo capitolo la preoccupazione di Peter Jackson è quella di chiarire ai non lettori di Tolkien qual’è l’universo nel quale si stanno addentrato, in “Il signore degli Anelli – Le due torri” le spiegazioni lasciano spazio all’azione vera e propria, con la prima strepitosa battaglia nella Terza Era della Terra di Mezzo: quella al fosso di Helm. Anche in questo adattamento del capolavoro tolkiano sono sempre presenti, come in tutta la trilogia del resto, i temi tanto cari al linguista di Bloemfontein. Sicuramente per quanto riguarda questo secondo lavoro, l’accento è posto sull’inizio della lotta tra il Bene e il Male, in un mondo che sta precipitando nelle fauci dell’industrializzazione, sotto la guida dell’avidità umana. I toni sono decisamente pessimistici e dark, rispetto alla prima opera; del resto come si può essere ottimisti in un mondo infettato dal germe della distruzione? Se Tolkien abbia poi una visione di destra o di sinistra agli amenti del cinema fortunatamente non deve interessare anche perché Jackson e la sua meravigliosa squadra compiono l’impresa di rendere ancora una volta e di più immortali le vicende della Terra di Mezzo, edulcorando da tutte le inutili speculazioni politiche. Un elemento fondamentale di questa “seconda puntata” è il montaggio, perché, rispetto a “La compagnia dell’anello”, si seguono più storie (Frodo e Sam diretti a Mordor; Merry e Pipino catturati dagli Orchi; Legosas, Gimli e Aragorn sulle tracce dei due piccoli Hobbit; Saruman e Re Theoden; ecc…), che avvengono in luoghi e situazioni diverse. Nonostante questa frammentazione (sicuramente già prevista a livello di sceneggiatura) la narrazione risulta sempre lineare e piacevole, e non stanca mai chi sta ammirando i meravigliosi paesaggi neozelandesi di Arda. La pellicola ha incassato 926.300.000 di dollari in tutto il mondo, di cui 20.546.529 di euro in Italia. Godetevi dunque anche questa avventura, magari gustando un po’ del vecchio Tobia, la miglior erba pipa del Decumano Sud.

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