mercoledì 10 novembre 2010

IL REGNO DI GA'HOOLE - LA LEGGENDA DEI GUARDIANI: RECENSIONE


Ha rivisitato con successo l’horror, è passato poi al racconto storico, si è appassionato ai fumetti e adesso ha deciso di lasciare la sua impronta anche sul cartone animato versione 3D. Ovviamente stiamo parlando del regista Zack Snyderche ci regala quello che a buon titolo può essere considerata la pellicola con il miglior effetto tridimensionale realizzato ovvero Il regno di Ga’hoole: La leggenda dei guardiani”. Come non apprezzare il piumaggio degli uccelli morbido, sinuoso, sensuale quando si librano in cielo! Soren è un giovane gufo, affascinato dalle storie fantastiche di suo padre sui Guardiani di Ga' Hoole, un gruppo di mitici guerrieri che ha combattuto una dura battaglia contro i Puri. Ovviamente facile sospettare quale sarà il destino di Soren: cercare i Guardiani per distruggere i Puri e ristabilire la pace. Si vede l’impronta di Snyder soprattutto nei cruenti combattimenti. Infatti pur trattandosi di un’opera destinata ai bambini, c’è abbondanza di eccessiva violenza e di spettacolarità coreografica nei duelli, un po’ come si è apprezzato in “300”. D’altronde anche i temi trattati non sono dei più semplici: si passa dal nazismo, alla lotta tra fratricida (Caino vs. Abele è un classico!), l’amor proprio e l’amore per la famiglia, identità di un gruppo, il passaggio dall’adolescenza all’età adulta e tanti altri sottotesti tradizionali, esaminati con raffinatezza stilistica e mai in modo superficiale. Il regno di Ga’hoole” dunque pur “scopiazzando” sulla storia, visivamente è eccezionale, pensate un po’ che ogni goccia di pioggia sembra prendere vita ed è talmente perfetta che chiunque vorrebbe immergersi in un vortice turbinoso dell’oceano per dar retta al proprio “ventriglio”. La sceneggiatura, la narrazione in pratica, ha forse un solo piccolo problema: dura troppo poco! Strano a dirsi, ma per le premesse che Snyder ci regala nel primo lasso di tempo, non corrisponde un adeguato sviluppo dell’azione nella seconda parte, pur riuscendo a salvare tutto nella meravigliosa risoluzione finale. Insomma se vi state chiedendo “È una pellicola per bambini?” Sì, ma per usare un linguaggio televisivo, solo per “Bambini accompagnati”!

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