mercoledì 1 agosto 2012

IL DITTATORE: RECENSIONE


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All’inizio fu “Borat”, giornalista medio orientale, e poi arrivò “Bruno”, stilista d’alta moda, e ora Sacha Baron Cohen indossa la barba lunga e si presenta nelle vesti di un despota nel suo nuovo film “Il dittatore”. E il comico torna con sarcasmo e la sua solita verve dissacratoria a criticare, ancora una volta, i rapporti che esistono tra il mondo arabo e il mondo occidentale, mettendo in luce e deridendo tutte le contraddizioni dell’uno e dell’altro. Anche in questo film, diretto da Larry Charles, Sacha Baron Cohen porta sul grande schermo dei personaggi e delle situazioni che sono assolutamente volgari, politicamente scorrette e di cattivo gusto.

Rimanendo in tema di terrorismo, “Il dittatore“ non è altro che un attentato al perbenismo, che prende di mira i  benpensanti, quelli che comunemente in Italia chiamiamo i moderati, strappando la risata in una esplosione di situazioni comiche e grottesche, superando molte volte il limite della decenza. Ovviamente la lettura che si può dare della pellicola è su più livelli. Se andate al cinema per la risata facile non rimarrete delusi, ma se andate oltre l’apparenza, nel lavoro di Sacha Baron Cohen potete trovare anche qualche cosa di più: riflessioni sull’attuale situazione mondiale, che fanno scattare inevitabilmente quel riso (ahinoi!) amaro. Con quest'ultimo lavoro, Baron Cohen ci fa dimenticare il poco riuscito "Bruno" e ritorna alle gag di "Borat", avvalendosi anche di un grande cast, con nomi del calibro di sir Ben Kingsley e Anna Faris, che qui interpreta la bella di turno con tanto di ascelle pelose.

Se non siete tra quelli che si scandalizzano a vedere un cinema dissacratorio e soprattutto non storcete il naso se un dittatore arabo gioca ad "ammazza l'ebreo" in un gioco per la Nintendo Wii chiamato "Olimpiadi di Monaco '70" (uno dei momenti più trash in assoluto, ma anche uno dei più geniali della pellicola!) allora non dovete far altro che attendere l'uscita in sala del film, altrimenti è meglio per voi rimanere lontani da quest'ultima fatica cinematografica del comico inglese.  

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