mercoledì 23 febbraio 2011

PARLA CON LEI: RECENSIONE

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Pedro Almodovar è uno di quei registi a cui si concede di andare oltre: oltre le regole, oltre la morale, oltre le convenzioni, oltre lo status quo della società. Questa è una caratteristica che non tutti si possono permettere, forse solo i più grandi autori. Parla con lei” è forse il film capolavoro del regista spagnolo. Una storia forte, ai limiti dello shock. I sentimenti in questa pellicola si intrecciano così come le varie storie e lo spettatore entra in empatia con ogni singolo personaggio, riuscendo a perdonare tutto, dalle azioni più folli, a quelle più esasperate. Raccontare la trama è quasi impossibile. Sì, è vero che c’è una storia principale, ma i sub plot sono talmente tanti e così ricchi di bellezza che si rischierebbe di rovinare tutta la poesia del film con troppe parole inadeguate. I temi si susseguono uno dietro l’altro: la solitudine umana, il ricordo, l’amore, l’indecifrabile futuro… il tutto raccontato con maestria, in situazioni e dialoghi paradossali. Le due protagoniste sono in coma, quindi in pratica agiscono e comunicano senza parole, con il loro corpo esanime. “Parla con lei” è un decalogo di sceneggiatura, regia, montaggio. Tutto procede con un denominatore comune: la follia umana, dunque il tutto è giocato sul filo del rasoio. Bastava una piccola sbavatura per rendere la pellicola retorica, ma Almodovar è un vero regista e non fa errori.Ciò che piace della pellicola, agli spettatori più aperti mentalmente, è che non si può condannare nessuno, perché tutti i personaggi agiscono per una determinata motivazione, che spinge l’osservatore a quel perdono misericordioso, che la Chiesa Cattolica ogni tanto dimentica. Non è un film provocatorio, anche perché alla fine chi sbaglia, paga. Le critiche al massimo vanno fatte tutte ad Almodovar perché dopo “Parla con lei” non è più riuscito a dimostrare più la sua grandezza, regalando al suo pubblico pellicole di serie B.

3 commenti:

  1. E' vero, gioca tra la follia sommessa e la retorica plausibile, ma non lo amo come Tutto su mia madre. Rivisto di recente, per chiedermi perché non amo questo film, ma sono riuscito solo a confermare il mio giudizio sul precedente film.

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  2. mi piacciono tantissimo tutti e due... ma non so perché penso che questo sia mezzo gradino sopra tutto su mia madre.. forse perché amo la cattiveria nel cinema... soprattutto se è giustificata dall'amore :D

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  3. Io direi un gradino sotto, ma solo Almodovar poteva fare un film del genere, lo ammetto.

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