domenica 9 gennaio 2011

HEREAFTER: RECENSIONE

Postato anche su Filmforlife...




Meno male che questo non è il vero cinema di Clint Eastwood: ecco una probabile frase che, un vero appassionato del buon vecchio Clint, potrebbe pronunciare una volta visto HEREAFTER, ultima fatica dell’highlander hollywoodiano. Del resto il regista ci ha abituato fin troppo bene e ad ogni suo film ci aspettiamo un capolavoro. Basta dare un’occhiata alle pellicole degli ultimi anni: Mystic River (2003), Million Dollar Baby (2004), Flags of Our Fathers (2006), Lettere da Iwo Jima (2007), Changeling (2008), Gran Torino (2008) e Invictus - L'invincibile (2009) per aspettarsi sempre il meglio dall’ex ispettore Callaghan. HEREAFTER purtroppo non è che il fratello minore di queste e delle altre perle forgiate dalla macchina da presa di Eastwood e che lo renderanno immortale. Pur essendo formale perfetto, con una splendida fotografia e una colonna sonora sempre azzeccata, il ritmo del film rimane lento ai limiti della sopportazione e la narrazione risulta alla fine talmente banale da lasciare senza parole. Tra l’altro è strano dover criticare lo sceneggiatore di questa pellicola, dato ce il buon Clint si è affidato a Peter Morgan, non certo un novellino dato che sulle spalle ha pellicole del calibro di The Queen e Frost/Nixon – Il duello. La storia racconta tre vicende parallele che si intrecciano, ma questa volta non in modo sapiente, solo in modo frettoloso e, per certi versi, senza un reale senso logico. Matt Damon, l’uomo da locandina attira spettatori, è un sensitivo che riesce con il solo tocco delle mani a mettersi in contatto con i morti dell’aldilà e lotta ogni giorno contro quello che crede essere una condanna e non un dono; Cécile De France è una giornalista francese che scampa miracolosamente ad un’esperienza di pre-morte; mentre un giovanissimo Frankie McLaren è un bambino che deve affrontare la morte del fratello gemello e cercare di andare avanti. Certo forse tutto questo accanimento contro questo film è dovuto al fatto che alla voce “diretto da” c’è proprio il nome di Clint Eastwood. Alla fine ci ha regalato talmente tante emozioni il nostro amato 80enne, che qualche piccola defaillance possiamo perdonargliela!

1 commento:

  1. Già, l'highlander (bell'aggettivo) però non era solo, dietro di lui c'era Spielberg, cosa che permette di capire molto di più sul film e soprattutto sul finale, la parte più brutta se vuoi.
    Poi mettiamoci qualcos'altro, come la riflessione del regista, e dello sceneggiatore, sulla morte. Il secondo ne ha tratto Hereafter dopo un'esperienza personale, mentre il primo, beh, ogni anno ci regala un film, e alla sua età io sarei senz'altro in casa di riposo, o perlomeno pensionato, quindi è un pensiero obbligatorio quello sulla dipartita.

    RispondiElimina

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...