martedì 9 novembre 2010

SHREK E VISSERO FELICE CONTENTI: RECENSIONI

Andare avanti con una storia e dei personaggi entrati subito nel cuore degli spettatori non è mai semplice. “Shrek e vissero felici e contenti”, in quello che è ormai l’ultimo capitolo di questa saga cominciata nel lontano 2001, conferma proprio questa regola. Questa volta le avventure a Molto Molto Lontano cominciano dalla routine quotidiana. Niente principesse da salvare o draghi da uccidere: Shrek, come si sa, ha messo su famiglia e, con i suoi tre bambini, sta vivendo nella condizione del papà, ancora giovane, che ri-vuole i suoi spazi, il suo tempo libero. Per questo motivo, decide di accettare la proposta di Tremotino, il cattivo di turno, firmando un contratto per vivere di nuovo una vera giornata da orco. Ovviamente si creerà un universo parallelo, dove Tremotino si ritrova Re e Shrek deve cercare di riprendersi la sua (tanto amata) vita. Tremotino: è proprio lui forse il problema principale di questa comunque bella pellicola. Sì, perché non è assolutamente all’altezza dei “cattivoni” precedenti, tanto che ci fa rimpiangere la crudeltà della Fata Madrina. C’è anche da dire che solo Tremotino poteva concludere la saga, dato che la storia originale di 200 anni fa circa, vuole proprio che sia stato lui a rinchiudere in un castello una principessa di nome Fiona. Certamente il personaggio, anzi tutti i personaggi risentono delle evidenti pecche a livello di sceneggiatura, tanto che, malignamente, si potrebbe pensare che alla Dreamworks abbiano solo voluto realizzare un film “ammazza-botteghino”. Il trend di tutta la storia non è per niente all’altezza dei primi due meravigliosi capitoli, ma è leggermente migliore rispetto al suo predecessore. Non c’è infatti l’originalità che si aspetta da una pellicola che già in passato ha stravolto tutte le convenzioni della favola (ed è inutile ripetere quali sono!). Ovviamente si ride, tanto e di gusto. Si passano 90 minuti piacevoli, soprattutto quando la scena è di Gatto, in versione obesa, e del sempre “rompiscatole” Ciuchino. Quello che si può sottolineare è che “Shrek e vissero felici e contenti” strizza più l’occhio ai bambini, rispetto agli adulti, che non possono godere della comicità e dell’ironia, che hanno reso i primi due capitoli “immortali”. Non c’è nessuna rivoluzione a livello di tecnologia perché anche questa volta il 3D (occhialetti e tutto il resto!) è evitabilissimo e non strettamente necessario. Il film si basa, come di consueto, sul solito happy end e la morale è scontata (“chi lascia la via vecchia per la nuova, ecc…ecc…”) anche se alla fine, nonostante tutti i possibili difetti che si possono trovare a questo capitolo conclusivo, si prova un po’ di nostalgia, il tanto agognato magone, soprattutto alla fine, perché è come se un amico vi dica: “Addio!” per sempre.

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