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Only Lovers Left Alive di Jim Jarmusch con Tilda
Swinton e Tom Hiddleston arriva fuori concorso al 31
Torino Film Festival dopo essere stato applaudito e apprezzato al
Festival di Cannes 2013. Il regista decide di re-interpretare uno dei temi più
abusati nel cinema degli ultimi 10 anni, ovvero i vampiri, ma lo fa con uno
stile personale e autoriale, che dona a questi mostri succhia-sangue dai canini
allungati la loro ancestrale dignità.
La storia narrata è quella di Adam e Eve, due vampiri che
vivono da secoli e che si amano follemente, pur vivendo a distanza. Quando gli
essere umani, che i due chiamano dispregiativamente “zombie”, cominciano
a rovinarsi, infettando il proprio sangue, i due sono costretti a incontrarsi
nuovamente nella moderna Detroit, per trovare ancora del sangue puro. Il
declino accompagna lo svolgersi di tutta la vicenda, con Adam che ormai è
stanco della sua vita eterna e vorrebbe finalmente affrontare la morte, e con
Eve che cerca disperatamente di fargli cambiare idea, soprattutto ricordandogli
che già in passato aveva tentato il suicidio e che, se lo avesse fatto, si
sarebbe perso tutto il divertimento: Medioevo, inquisizione, guerre e carestie.
Crepuscolare e a tratti surreale, Jim Jarmusch porta sul
grande schermo tutti gli stereotipi sui vampiri e, dopo anni in cui cinema e tv
hanno abusato del tema, modificandone ogni volta a proprio piacimento la
tradizione, è quasi un piacere riscoprire che per uccidere un vampiro basta
conficcargli un paletto di legno nel cuore o che non possono vivere alla luce
del sole. Mancano le bare, è vero, ma è un piccolo dettaglio che facilmente si
perdona, dato che, oltre a una splendida e affascinante colonna sonora che
scandisce come un giradischi lo svolgersi dell’azione, l’interpretazione dei
due attori principali è semplicemente sublime: emaciati, pallidi e desiderosi
di sangue, Tilda Swinton e Tom Hiddleston superano a pieni voti la prova a cui
li ha sottoposti il regista.
Only Lovers Left Alive è però anche un film con una sua
filosofia intrinseca, poiché riflette, in modo ironico e spiazzante, sul mondo,
su ciò che è stato, su quello che è e su quello che sarà. Per questo il film, a
tratti divertente, divertito e allegorico, diventa anche un modo per riflettere
sulla sapienza in generale, perché i due vampiri, che hanno attraversato i
millenni, hanno potuto conoscere (e li citano spesso!) tutti i più grandi
artisti e scienziati che hanno fatto progredire in avanti il genere umano. Un
tono malinconico pervade tutta la pellicola, che con pessimismo ragiona anche
sulla nostra società, che doveva raggiungere lo splendore, ma che è ormai
destinata alla decadenza, alla sopravvivenza, perché ormai si è rovinata dentro,
nel sangue.
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