Realizzare un film non è semplice: si sa. Assodato ciò, Ci vediamo a casa di Maurizio Ponzi è una di quelle pellicole che non ha ragione di esistere. L'idea che sta alla base del film è molto semplice, ma per certi versi anche molto originale, per il cinema italiano, dato che nessuno affronta mai i problemi della società. La storia infatti ruota intorno a tre coppie, molto diverse tra loro, ma unite da uno stesso problema: la ricerca di una casa nella quale vivere insieme.
Peccato che però questo assunto di base venga più volte trascurato nel corso della narrazione, per una sceneggiatura che cerca di dar spazio più al modo e ai luoghi in cui personaggi fanno l'amore (a volte tra l'altro ai limiti della pornografia, con scene di sesso esplicito davvero evitabili).
Siamo di fronte al solito film italiano, quello che ormai chiamano tutti la nuova commedia all'italiana. Peccato che di battute nel film ce ne siano davvero poche e la risata vien fuori dalla bocca per le assurdità delle situazioni. Sì, perché molte cose che accadono in Ci vediamo a casa sono davvero inverosimili e il grande schermo non dovrebbe cercare di riprodurre il vero?
Vilma e Franco vivono in periferia: vorrebbero un po’ di intimità, ma una casa tutta loro resta un sogno: così, pur di vivere insieme, accettano l’ospitalità di Giulio, un amico pensionato che ha un debole per Vilma. Gaia e Stefano, invece, si sono appena conosciuti al circolo del tennis e di problemi economici non ne hanno: lei sta arredando il suo nuovo loft, lui vive la sua vita da scapolo impenitente. Più per necessità che per convinzione, la ragazza è costretta a trasferirsi a casa di Stefano, dove entrambi scopriranno di non essere proprio fatti per vivere sotto lo stesso tetto.
Anche Enzo e Andrea si frequentano da poco: il primo cerca lavoro e intanto vive a casa con la madre e per hobby canta in un coro, il secondo fa il poliziotto e dorme in caserma. Tutto sembra andare alla perfezione, se non fosse per qualche indagine di troppo e per quella madre molto ingombrante. Nel cast del film figurano: Ambra Angiolini, Myriam Catania, Antonello Fassari, Giulio Forges Davanzati, Edoardo Leo, Giuliana De Sio, Primo Reggiani e Nicolas Vaporidis.
Infine ciò che rimane è solo un dubbio: chi è che decide al Ministero a chi assegnare i fondi per realizzare i film? Perché davvero di film del genere non se ne può davvero più!
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