La conosciamo per le sue storie, per i suoi racconti, per come dipinge alcune figure umane. Francesca Comencini presenta quest'anno a Venezia nella selezione ufficiale in concorso il suo ultimo lavoro dal titolo Un giorno speciale. La storia è quella di un'aspirante attrice che deve andare a ringraziare un onorevole italiano perché potrebbe raccomandarla per un lavoro in televisione. Gina quindi, dal suo quartiere popolare fuori il grande raccordo anulare, si reca con una auto blu, guidata da un giovane autista al suo primo giorno di lavoro, dall'onorevole.
Una serie di eventi però posticipa l'incontro e quindi i due ragazzi si trovano costretti a vivere un giorno speciale insieme: talmente speciale che già dal primo sguardo si capisce che sarà amore a prima vista. Inutile girarci troppo attorno, quello della Comencini è il solito film italiano, come ne sono passati tanti sul grande schermo negli ultimi 20 anni. Una storia che si svolge quasi tutta in una macchina e, che non si capisce come mai, dovrebbe essere di interesse culturale per il ministero italiano, dato che è stato finanziato anche con quei soldi.
Vuole essere una pellicola di critica nei confronti del sistema dello show business, ma la sceneggiatura finisce per concentrarsi solo sulla storia d'amore, con solo qualche occasione in cui si accenna ad una critica velata, basata soprattutto sulla beltà della ragazza. La solita occasione sprecata e non è banale ricordarlo.
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