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Álex de la Iglesia torna dietro la macchina da
presa e arriva al Festival Internazionale del film di Roma 2013 con Las
brujas de Zugarramurdi, presentato nella selezione ufficiale fuori concorso.
Le attese, soprattutto quelle della critica, erano notevolmente alte, per il
nuovo film del maestro spagnolo, considerato il successo ottenuto dal suo
precedente lavoro, la Ballata dell’odio e dell’amore, che nel 2010
aveva piacevolmente sorpreso il festival di Venezia e il presidente della
giuria di allora, Quentin Tarantino. Attese che non sono state
deluse. Las brujas de Zugarramurdi è un film sorprendente sotto tutti i punti
di vista e che rimarca, se mai ce ne fosse stato bisogno, lo spirito grottesco
di de la Iglesia, che si diverte a girare un’opera che esaspera all’ennesima
potenza le tematiche a lui più care.
La storia prende spunto dalla crisi economica, per poi
sfociare nel fantasy e nella dark comedy, partendo da un semplice assunto
volutamente misogino: tutte le donne sono delle streghe. La millenaria
questione del rapporto e del conflitto tra i due sessi è alla base della
narrazione, anche se questa volta, in modo del tutto originale e nemmeno troppo
scontato, a fare la parte da leone sono le donne, maligne protagoniste e
mangiatrici di uomini.
Il protagonista, Josè, è un uomo divorziato che
non riesce ad arrivare a fine mese, dato che deve pagare gli alimenti alla
moglie. Nel giorno in cui deve badare al suo bambino di otto anni, decide di improvvisarsi
ladro e tentare una rapina in un negozio di Compro Oro, insieme ad altri uomini
disperati. Travestiti da quelle statue umane che si vedono in tutte le città
del mondo e con il figlioletto al seguito, l’uomo riesce a portare a termine il
colpo e, con la polizia al loro inseguimento, oltre che l’ex moglie di Josè,
insieme ad Antonio, unico socio non arrestato, e a uno sfortunato tassista,
cerca di raggiungere il confine per trovare rifugio in Francia. L’arrivo nella
mistica cittadina di Zugarramurdi cambierà però i suoi piani di fuga.
Magia e vita reale, amore e riti ancestrali si amalgamano in
questo film che ha la sua forza proprio nel modo in cui riesce ad affrontare
tematiche sociali forti, in un tripudio di ironia e sarcasmo. Il tutto è arricchito
dagli splendidi dialoghi, dalla magistrale interpretazione di tutto il cast e
da una serie di scene di azione che tengono sempre all’erta e viva l’attenzione
dello spettatore.
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