mercoledì 1 agosto 2012

PARADISO AMARO: RECENSIONE


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“Paradiso Amaro”, titolo orginale “The Descendants” è il nuovo film di Alexander Payne con protagonista George Clooney. Il film è stato presentato in Italia al 29esimo Torino Film Festival nella sezione “Festa mobile – Figure nel paesaggio” ed sarà sicuramente una delle pellicole protagoniste della notte degli Oscar, dopo esserlo stato ai Golden Globes. George Clooney, in “Paradiso Amaro”, interpreta un uomo diviso tra lavoro e famiglia, tra i sentimenti e il denaro. L’opera di Alexander Payne è ambientato in un luogo da sogno, le isole delle Hawaii, in cui, come si dice all’inizio del film, non tutto è il paradiso, motivo che ha spinto i distributori italiani a dare il titolo di “Paradiso Amaro”, invece di mantenere l’orginale “The Descendants”, ovvero “Gli eredi”. La pellicola vuole giocare sul rapporto tra l’immaginario collettivo, considerare le Hawaii un luogo di svago e divertimento, e la realtà della situazione, perché anche alla Hawaii la gente muore e soffre come in qualsiasi altra parte del mondo.

Matt King, protagonista di “Paradiso Amaro”, è un marito e padre da sempre indifferente e distante dalla famiglia, impegnato nel suo lavoro di avvocato, anche se desideroso di dare il meglio alle sue figlie e alla moglie, dai migliori studi, alla migliore casa. Ma quando la moglie rimane vittima di un incidente in barca  è costretto a riavvicinarsi alle figlie e a cercare di ricostruire un rapporto che sembra irrimediabilmente frantumato e logorato dai tanti anni di indifferenza. Inoltre Mattdeve decidere a chi vendere il terreno di famiglia, eriditato dalla bis-bis-bis-bisnonna, una regina delle isole.

Il film è tutto giocato sulla perdita dei sentimenti e il difficoltoso modo di ricostruirli. parando la lezione di Almodovar (“Parla con lei”), il regista Alexander Payne capisce che può mettere in relazione tutti i suoi personaggi con il corpo in stato vegetativo di una donna, che agisce e spinge all’azione pur in uno stato comatoso. Qualche dubbio rimane sulla sceneggiatura e sulle sequenze troppo lunghe e a volte troppo noiose, ma questo lo dovranno decidere gli spettatori, una volta che il film arriverà nelle sale. 

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